Dolci parole non prive
di senso sospiravi,
tra luci,
quel divino amore.
Nell’aere,
d’oceano di grazie,
tu,
mesta scintillante,
venivi da zefiro,
alla sera.
Tramonti,
le fresche cascate
inobliabili membra ove rifocillavi;
ascolto il tamburo del vento
il marciar della sera,
di quel tempo
la natura riviene.
Singulti e vergini sorridevan mute
a l’aureo canto,
che si protendeva al far della sera.
In gambe eleganti al trottar,
cavalli e zoccoli
d’Asia mi persi allo smisurato confine;
le perle tue,
le labbra il fuoco divora,
e il sol’ sorridente; sale di zolfo
delle terre aride,
risale
smisurato confine,
frontiere della mia giovinezza!
Massimo Del Zio