Ciel chi trona
aleggiando sul carro antico!
navigando d’immenso,
cullato sulle spume
dall’acque sonanti dal vento,
flottando l’aere…. Il firmamento.
Scrutando la tua luce
i tuoi bagliori d’immenso
così…. d’amor io ti contemplo,
mescolando in (quello) spazio,
di te m’inebrio i profondi sensi
e sospirando il tuo oceano di grazie,
dei tuoi sguardi, degli occhi tuoi
il mio cor s’infiammi!
Urla (grida, alla terra, al mondo)
che nulla manchi,
di quei rossi baci,
il corpo tuo d’estasi s’infiammi,
al sospirar, nel vortice s’eclata
i tuoi feroci artigli d’inferno,
dove potenza non manca.
Quella tua forza antica,
nuda sulla terra e stanca,
da Giove le fulmini,
quel cor s’eclata,
alla clemenza giusta,
quel corpo s’abbandona,
di quel giudizio eterno
anche il ciel condona.
Musa Dea, o donna vezzosa,
sull’olimpo è certa la (tua) vittoria;
d’amor quei sen’ son più sinceri,
e quegli amori antichi, veritieri.
Corona di lauri il corpo tuo
e l’universo risuona!
Oh cupido da smisurata freccia,
sul quel corpo nudo
il cuor tuo trasporta.
Si’ dolce e frale,
quel trasportar la rosa,
e nello stesso volo
un papillon dal ciel si posa.
Sulle tue labbra antiche d’ocean
un canto,
un bacio grandioso,
eh di grazie quell’inferno,
il foco!
l’armi il cavalier deposa.
Un raggio di sole fa sospirar la rosa.
Il mondo ai tuoi piè
e l’immortal s’inchina,
di quella vision,
oh beltà graziosa! (di quella beltà graziosa)
Possa un dì Calliope
t’illuminar
il mio infinito la rosa!
Massimo Del Zio